Diario di bordo

Grazie ad ognuna di noi, ognuna con la sua storia,
ognuna con un mattoncino per costruire qualcosa di unico

giorno 1, sabato 24 settembre 2022

(in foto: Michelangelo, Elisabetta, Mimma, Mariagrazia, Margherita, Nanda, Nunzia, Annamaria P.)

Ore 9: appuntamento ai Ranieri per la ripresa delle attività dopo la pausa estiva. Mentre ci aspetta, Michelangelo continua a lavorare su Faustx2 per preparare la prima uscita del nostro corso di perfezionamento. Un parolone che mette soggezione ad un gruppo di indisciplinate come noi! Abbiamo tutte la sensazione di non ricordare più nulla di ciò che abbiamo imparato al corso base, ma, come sempre, siamo tutte molto determinate e soprattutto contiamo sulla pazienza del nostro Capitano! Ci siamo, foto di gruppo e poi tutti a bordo!

“Giornata ideale per ricominciare: cielo sereno appena velato, vento di Ostro (o Mezzogiorno) alla partenza, temperatura intorno ai 20°. È molto emozionante ritrovarci, ritrovare la “nostra” Faustx2, uscire nuovamente in mare in una situazione molto diversa.
Ma ricordando che non siamo turisti, ci mettiamo subito al lavoro. Le prime due lezioni saranno un riepilogo delle basi acquisite, poi Michelangelo vorrà vederci in azione in modo sempre più autonomo, dandoci, se possibile, meno comandi e meno aiuto.
Ce la faremo?
A giudicare dai primi minuti qualche dubbio potrebbe sorgere. Prima di mollare gli ormeggi, il Capitano ci ricorda un po’ di terminologia essenziale, passando per la traduzione in “mimmese” (microlingua Italo-grumo-modugnese utilizzata da Mimma). Quindi si mette subito in chiaro che “SU QUESTA BARCA NON CI SONO CORDE”, ma solo drizze (che servono per issare le vele) e scotte (che servono a regolarle). Per la randa, che è la vela principale, ci sono tantissime regolazioni (12) e il carrello della randa nel pozzetto, con scotta rossa e scotta nera, serve proprio a questo. E poi ci sono le cime di ormeggio, che vanno recuperate al rientro lì dove le abbiamo lasciate, sulla barca del vicino o sul molo.



“Tutto chiaro, possiamo mollare gli ormeggi: Eli è al timone, Nanda, Mimma e Annamaria sono al pozzetto, Margherita, Nunzia e Mariagrazia, dopo aver slegato i parabordi e aver riposizionato la scotta rossa e la grigia, si preparano ad issare la randa.
Usciamo dal porto, la randa è issata, ora bisogna preparare il genoa. Ci aiutiamo tra di noi a ricordare i vari passaggi: la sacca va posizionata con la cerniera più piccola verso prua, poi si estrae la punta con l’anello che va fissato alla drizza, mentre l’altro angolo verrà agganciato alle due scotte verdi, che nel frattempo qualcuno è andato a recuperare sottocoperta.”

E qui la lunga pausa estiva fa sentire i suoi effetti: chi ricorda come aprire e chiudere i moschettoni? Ovviamente quando lo fa Michelangelo sembra un gioco da ragazzi, un secondo e tac! si apre, altro secondo e tac! chiuso, facile no? Facilissimo, ma non oggi. Dopo qualche tentativo, finalmente ci siamo, possiamo issare anche il genoa.
La costa si allontana, si avvicina il momento magico di ogni lezione. Michelangelo spegne il motore, si va a vela, silenzio. È il momento in cui, anche solo per poco, nessuno parla, si ascolta. E si guarda. Si ascolta il mare, si guarda il cielo. “Il tramonto ha il suo fascino, ma il sole del mattino luccica”, dice Enrichetta, che pur non partecipando al primo incontro ci segue con i messaggi.

È vero, scopriamo una luce diversa, colori nuovi, emozioni nuove.

Il vento sta cambiando. Dopo la prima virata, non la migliore del nostro equipaggio a dire il vero, lo sentiamo aumentare e girare verso levante. Michelangelo ne approfitta per darci alcuni consigli sul metodo: dobbiamo osservare e agire di conseguenza. Nel corso di perfezionamento si passa dall’ esecuzione di un ordine, al ragionamento su quello che si fa. Ad esempio, osserviamo il genoa: se la vela è gonfia, proviamo a lascare leggermente e osserviamo se è ancora gonfia o se inizia a sventare un po’, in modo da capire se dobbiamo continuare a lascare o se invece è necessario cazzare. Osserviamo anche i filetti, se sono paralleli è tutto ok, se il rosso comincia ad andare in basso dobbiamo regolare.
Cambio al timone, tocca a Margherita. Per le altre è il momento della chiacchiera, sedute con i piedi fuori.



Si parla di noi, non possiamo farne a meno. E la barca ci ascolta. Uno dei momenti più belli di oggi è quando Nanda sente il vento tra i capelli. Chiunque direbbe: e quindi? Ma noi no, noi non siamo chiunque, sappiamo cosa vuol dire quel vento e siamo felici con lei. E poi la risata di Mimma, la colonna sonora dei nostri corsi!

Pronti per la strambata? Torniamo in posizione, proviamo a farla meglio dell’ultima virata, e poi ancora una virata, cambiando i ruoli: Annamaria e Nunzia al pozzetto, poi lasceranno il posto a Nanda e Mimma, mentre Mariagrazia prende il timone per il rientro. Il vento adesso è più forte, levante 12 nodi, rientriamo di bolina a quasi 7 nodi! È la prima volta che andiamo così veloci, la barca si inclina di 25-30°, serve tutto il nostro peso.
Si rientra al porto, Katia ci aspetta sul molo e ci salutiamo sventolando le braccia. La prossima volta ci sarà anche lei. Manovre di ormeggio, sbarco, ripieghiamo il genoa e….abbiamo fatto tardissimo!! È quasi l’una, cominciamo a pensare che qualcuno, a casa, richiede la nostra presenza: siamo tornate a terra.
Le prime 10 miglia fatte, per l’esattezza 10.42. Le prime dieci di molte altre, insieme.

giorno 2
sabato 1 ottobre 2022

La giornata comincia all’insegna dell’incertezza. Prima ancora di incontrarci per il solito appuntamento, sulla chat del gruppo inizia lo scambio di messaggi: Piove? Sì. Pioverà? Non si sa. Che si fa? Si esce o si fa lezione a terra? Michelangelo è fiducioso, vede schiarite a nord ovest e conferma l’uscita. E se è fiducioso lui, lo siamo anche noi, si va. Pronte all’appello Annamaria Scalera (ribattezzata Uno), Annamaria Pellegrino (Due), Margherita, Mimma, Nunzia e Katia.

Dopo mille incertezze, una certezza arriva subito: oggi a fine lezione si mangia! Annamaria Due arriva con focaccia, dolcetti e bevande. La giornata ritrova il sorriso

Durerà forse 10-15 minuti, poi l’effetto benessere del nostro gruppo farà effetto anche su di lei, come sempre. Quando siamo in barca, il cattivo umore, i pensieri negativi, le preoccupazioni restano a terra. Ed è scientificamente dimostrato che quando torniamo a terra “l’effetto vela” dura almeno due o tre giorni, tra foto, post sui social, messaggi tra di noi e resoconti a famiglia e amici.

Anche il cielo inizia ad aprirsi a qualche schiarita, mentre noi ci prepariamo a lasciare il porto con una emozionatissima Annamaria Due , dopo tanto tempo al timone. Puntiamo in direzione del sole, verso Giovinazzo, e con un rapido giro del binocolo riusciamo a vederla meglio.

Il programma del Capitano oggi è di focalizzare l’attenzione sulla issata della randa, con tutti i passaggi nel dettaglio. Abbiamo già fatto tante altre volte questa operazione, ma questo sarà un approfondimento utilissimo per tutte. L’idea di Michelangelo è quella di riprendere tutta l’operazione in video, in modo da poterlo rivedere per assimilare meglio la lezione. L’idea ci piace moltissimo, potremmo farlo anche per le prossime lezioni, a patto però di metterci a studiare!

Equipaggio all’ascolto, attenzione massima. Per cominciare, quando usciamo dal porto, per issare la randa dobbiamo essere prua al vento, cioè nella stessa direzione del windex, la freccia segnavento. Inoltre, quando la randa va su, c’è bisogno che alcuni circuiti siano aperti, perché la vela non deve avere vincoli: il tesabase (giallo), la scotta randa (rossa) e il vang (una ritenuta che vincola il boma verso il basso).

Issata della randa completata, issata del genoa pesante anche, possiamo spegnere il motore. E qui cominciamo a capire che oggi il vento vuole giocare con noi. È uno scirocco a raffiche, e Michelangelo ci insegna a vedere quando ne sta arrivando una guardando l’increspatura del mare. Poi ci spiega che il vento di terra può variare molto in base alla presenza o meno di edifici sulla costa, che fanno da barriera. Infatti passiamo con grande disinvoltura da più di 7 nodi di andatura a…. 0.00!

Proprio questa variabilità del vento ci fornisce l’occasione per ragionare su un altro aspetto importante: l’interazione tra timoniere e randista. È molto importante che lavorino in sintonia: se il timoniere sente troppa tensione e la barca inizia a sbandare, il randista deve lascare fino a quando diminuisce la tensione e la barca torna più piatta. Viceversa, se serve più tensione, è il momento di cazzare la scotta randa. Bisogna cazzare strozzando o strozzare cazzando. Ha detto proprio così Michelangelo?

“Se dicessimo una cosa del genere fuori dalla barca ci prenderebbero per pazze, ma la barca è un mondo a sé e noi stiamo imparando a capire il suo linguaggio. Il rientro, quindi, è abbastanza vivace, l’andatura varia spesso fino ai famosi zero nodi in prossimità del porto, tanto che siamo costretti a rientrare , per la prima volta, a motore acceso per non fare troppo tardi. Oggi ci siamo alternate tutte al timone, persino Katia ha fatto pace con il ruolo che le piace meno. L’ultimo turno è di Mimma, che porta a termine la manovra di ormeggio con la sua tipica allegria.”

Lasciamo la barca più meno in ordine (come si vede dalla foto di Annamaria Uno con una scotta genoa perfettamente addugliata), prima di dedicarci al nostro aperitivo/spuntino/pranzo di fine lezione a bordo. Grazie Due! Con quanta attenzione e quanto amore ha pensato al nostro recupero energetico dopo le fatiche del mare!

Tra una focaccia e una video lezione, tra una raffica e l’altra, abbiamo fatto le nostre miglia del sabato mattina. Oggi sono 10.71. Insieme. Alla prossima!

Giorno 3, sabato 8 Ottobre 2022


Questo sabato ci sorprende con una giornata magnifica, nonostante le previsioni. Vento leggero da sud, temperatura sui 18° destinati a salire, cielo sereno appena ombrato da nuvolette piccole e bianche come ovatta. La meteorologia le definirebbe altocumuli, la stessa meteorologia che aveva erroneamente preannunciato, per stamattina, cielo coperto.

È la prima volta che siamo sole a bordo e che mettiamo mano alla barca senza la guida del nostro Capitano.

Questo caffè era decisamente un pretesto per iniziare, a piccolissimi passi, a renderci più autonome e responsabili. Quando torna, con un solo sguardo verifica tutto ciò che abbiamo fatto (bene o male) in sua assenza, e per farsi perdonare ci scatta la foto di gruppo



“Puntuali sul molo Annamaria Uno, Katia, Mariagrazia, Elisabetta, Nunzia, Nanda e, finalmente di nuovo in equipaggio, Enrichetta!
Con la scusa di un caffè, Michelangelo si allontana e ci lascia salire a bordo per dare inizio alle operazioni:
togliere il copriranda, preparare le drizze e le scotte, prepararsi a mollare gli ormeggi.”

in foto: Nunzia, Mariagrazia, Enri, Nanda, Uno, Katiae Eli

Possiamo mollare gli ormeggi, Katia al timone merita una foto. Usciamo dal porto a motore. Regola n°1 (della giornata): dal porto si esce e si entra senza vele, altrimenti si corre il rischio di una bella multa dalla Guardia Costiera, come succede ad una barca poco lontana da noi. E poi bisogna fare attenzione a mantenere sempre la destra. Durante il giorno, a differenza delle uscite al tramonto, c’è più traffico di imbarcazioni. Usciti dalla protezione del porto, aumenta il vento. Sta montando da Levante.

Il video didattico di oggi è dedicato alla issata del genoa, in questo caso il genoa leggero, così da ora in poi chi non ricorda come fare potrà essere ufficialmente bacchettata.

Oggi Michelangelo propone di cambiare direzione: anziché andare, come al solito, in direzione Palese – S. Spirito, ci dirigiamo verso la città e accostiamo abbastanza da poter ammirare Bari da un nuovo punto di vista.

Adesso arriva uno dei nostri momenti preferiti: le vele sono issate, il motore è spento, ci godiamo il silenzio e i colori per qualche minuto, poi può partire la chiacchiera. Oggi Miki e Mariagrazia sono in vena di aneddoti di gioventù, tra auto, moto, posti di blocco e lezioni di matematica. Regola n°2 : ciò che si dice a bordo rimane a bordo, per cui le pagine di questo diario non racconteranno mai il contenuto delle conversazioni dell’equipaggio. Si può solo tentare di riportare, senza veramente riuscirci, l’atmosfera, il buonumore, le risate

La complicità che si crea a bordo è unica, una volta che si è creata resta tale, indipendentemente dalla effettiva partecipazione ai corsi o alle uscite. Abbiamo capito cosa vuol dire essere un equipaggio.

Tra una chiacchiera e l’altra, arriva l’ennesima idea geniale di Michelangelo, il nostro vulcano, il nostro diavolo tentatore: che ne dite di una mini crociera l’estate prossima? Poche tappe verso Giovinazzo, Molfetta, Trani, oppure dall’altro lato, verso Monopoli. Possiamo farlo? Pochi secondi per trasformare la frase in “dobbiamo farlo”. Entusiasmo alle stelle! “Ma volendo potreste coinvolgere le vostre famiglie a fine tappa”. Tre secondi di silenzio, poi si leva un gigantesco: Nooooo!!!! E ancora tutti a ridere!

Pronte alla vira? Ma certo! E sempre più veloci. Cioè, un po’ più veloci, non ci montiamo la testa. Dopo la virata, cambio al timone, che passa a Eli. Ci sono 6 nodi d’aria e la barca fa 5.8, vuol dire che stiamo lavorando bene. Modifichiamo la rotta, laschiamo le vele, Eli poggia un po’. Altra vira, ci allontaniamo dalla costa, 6.7 nodi, andiamo un po’ più poggiati.

Turno al timone per Mariagrazia, Nunzia e poi Annamaria sul percorso di rientro al porto. La nostra mattinata di lezione sta per finire. Abbiamo imparato tanto, abbiamo parlato tanto, abbiamo sentito il mare, abbiamo guardato il cielo, abbiamo riso tanto. Come quando Nanda, in assenza di Mimma, ci sforna una perla in “mimmese”: i gerli a bocca di lupo???? Ah! Il chiappo! Se questa giornata avesse un suono, sarebbe quello delle nostre risate.

11.96 miglia fatte. Ogni volta è un regalo, un giorno prezioso da aggiungere alla nostra vita.

Giorno 4, Sabato 15 ottobre 2022

Ore 9, temperatura 18°, leggero vento da Ponente, che girerà a Nord. Tutto sembra perfetto per una lunga e tranquilla uscita in mare con la “nostra” Faust. Ma bisogna conoscere bene il mare e le sorprese che ci riserva.
Oggi in equipaggio ci sono: Mariagrazia, Elisabetta, Mimma, Nanda, Nunzia, Enrichetta e Annamaria Due. Michelangelo ci lascia armare la barca da sole, non c’è neanche bisogno di inventarsi un caffè, quello lo ha già preso prima, con calma, con alcune di noi. Adesso resta seduto sul molo, ci guarda, ogni tanto sorride. Stiamo diventando un po’ più sicure nelle operazioni, anche se continuiamo a fare un sacco di errori. La cosa bella è che ci aiutiamo e ci correggiamo tra di noi, per ogni passaggio c’è sempre chi ricorda meglio come fare. È proprio questa la forza del nostro gruppo, riuscire a fare insieme ciò che da sole non riusciremmo a fare. In barca e a terra.
Ci dirigiamo verso l’uscita del porto, mentre Michelangelo ci prepara alla sorpresa del mare di oggi.

Apparentemente calmo, in realtà risente ancora del forte vento di ieri, che ci impiega tempo per calmarsi. È un’onda lunga, un’onda in scaduta, che nella maggior parte dei casi provoca mal di mare, perché ci porta in sospensione lo stomaco. Quindi il Capitano decide saggiamente di restare all’interno del porto, dove restiamo alla deriva, una deriva voluta. Abbiamo spento il motore e ci facciamo trasportare dalla corrente. La barca sembra ferma, ma in realtà è tra due forze in direzioni opposte, il vento e la corrente. Si sente un po’ lo spostamento dell’acqua e lo scarroccio della barca dovuto al fatto di non essere né ancorati né ormeggiati. Stiamo bene lo stesso, anche senza andare al largo, anche senza issare le vele. È quindi il momento giusto per un po’ di lezioni teoriche e di cultura navale.

Lezione sui nodi (con grande rammarico di Katia, oggi assente, grande fan dei nodi). Cominciamo con un ripasso del nodo piano e del nodo Savoia, che conoscevamo già, per poi passare al nodo più difficile, che non avevamo ancora visto: la gassa d’amante. Prima Michelangelo mostra più volte, lentamente, il procedimento, poi proviamo tutte a rifarlo. Sembra facile, ma non lo è affatto!

Quando ci siamo più o meno riuscite, il Capitano ci mostra come applicare la gassa all’occhiello del genoa, da usare in sostituzione delle scotte con il moschettone.

E per concludere vediamo come si fanno i nodi scorrevoli, quelli che si usano per i braccialetti per intenderci.

Il problema dell’onda lunga di oggi ci fornisce anche l’occasione per un’altra lezione teorica. Come si formano le onde? Oggi siamo in modalità Super Quark, e quindi Miki ci spiega anche il concetto di altezza dell’onda e di fetch. Tutto questo potrebbe sembrare noioso, o comunque meno interessante rispetto alla solita uscita in mare aperto. Invece no, non è affatto così per noi. Anche la parte teorica, fondamentale tanto quanto la pratica, per noi è un momento bello, di condivisione, di curiosità, di serenità. Insomma, anche l’altezza delle onde e il fetch ci fanno stare bene.

E poi c’è la pausa focaccia, che oggi dobbiamo a Nanda. Anche Enri era arrivata con l’artiglieria pesante, un bustone pieno di salatini e amenità varie, ma lo conserviamo a bordo per la prossima volta.

Il rientro di oggi è, ovviamente, molto più semplice e rapido del solito, tanto che abbiamo il tempo, a terra, per un dettagliato de-briefing con Michelangelo e per una visita al deposito/veleria di Plana: scaffali pieni di materiale per la navigazione, soprattutto vele, da regata e da allenamento o scuola. Le miglia fatte, oggi, non sono un dato da riportare, ma abbiamo comunque fatto tanta strada insieme nel nostro percorso da aspiranti veliste. Ci vediamo sabato prossimo.

Giorno 5
sabato 22 ottobre 2022

Questo ottobre ce lo ricorderemo a lungo. Ottobrata o caldo anomalo? È il dubbio di tutti in questo periodo, più simile ad una primavera inoltrata che all’autunno. Sull’argomento si potrebbe aprire un discorso molto lungo e complesso, ma che porterebbe fuori tema le pagine di questo diario, per cui ci prepariamo ad approfittare con gioia e gratitudine di questa mattinata di ottobre calda (26° e più) e tranquilla a bordo di Faust.

In equipaggio oggi Katia, Mimma, Nanda, Margherita, Enrichetta, Annamaria Uno e Due

Prima di partire, è doveroso inviare foto e video di saluti alla nostra Presidente Mariagrazia, che oggi è assente per una giusta causa.

Ottobre non è solo il mese delle belle giornate fuori programma, ottobre è il mese della prevenzione, è il mese rosa. L’assenza di Mariagrazia alla lezione di oggi si spiega con la sua presenza ad uno dei numerosi eventi organizzati dall’Associazione Energia Donna in questo contesto. Nella piazza di Triggiano è stata inaugurata una Panchina Rosa, alla presenza del Dott.Marzano.

Le donne a bordo armano la barca e mollano gli ormeggi, ogni volta un po’ più sicure e coordinate rispetto alla volta precedente. Con Katia al timone, si esce dal porto con un vento leggero, uno scirocco sui 5-6 nodi. Anche le operazioni per issare randa e genoa mostrano l’esperienza che stiamo, poco per volta, immagazzinando.

Il vento sale fino ad una decina di nodi e la barca viaggia con punte di 7.5. Questo solo per la prima parte del percorso, perché poi il vento inizia a calare, dando una rotazione a grecale, per poi tornare un’altra volta a scirocco. In queste condizioni di vento leggero, ovviamente, l’allenamento su virate e strambate è in numero limitato. È, invece, il momento per una lezione sulla regolazione delle vele. Mentre Annamaria Due riprende in video, Michelangelo ci ricorda il ruolo del randista, che deve sempre osservare la vela. Le mani sulla scotta sono sempre posizionate pollici verso il petto, non troppo vicino allo strozzatore.

Sempre guardando il windex e la vela, Michelangelo mostra come, lascando man mano un po’ la scotta randa e controllando sempre la vela, ci accorgiamo che la vela non accenna a sventare, quindi vuol dire che era troppo cazzata rispetto alla regolazione attuale.Man mano che si continua a lascare leggermente, c’è un momento in cui, vicino al giro dell’albero, nella parte bassa, la vela inizia a sventare: vuol dire che abbiamo lascato troppo, quindi cazziamo un po’ di scotta e voilà! Abbiamo la giusta regolazione! Come sempre, una spiegazione semplice, chiara, accompagnata dall’esempio pratico: potremmo mai immaginare un istruttore migliore? Certo che no!

Le nostre lezioni di vela sono sempre un mix molto ben equilibrato di didattica e relax. La parte dedicata all’apprendimento e alla pratica velistica è sempre svolta in un’atmosfera molto piacevole, lasciando spazio anche al relax (disciplina nella quale ci vantiamo di avere una campionessa del mondo).

Si torna in porto, la mattinata dedicata a noi si è conclusa, ma come sempre ce la portiamo dietro ben oltre le 8.18 miglia fatte.

Giorno 6
sabato 29 ottobre 2022

Ore 9, vento di nord-ovest, temperatura sui 17°. Probabilmente oggi non arriveremo alle temperature quasi estive a cui ci eravamo abituati. Meglio così, iniziamo a sperimentare la navigazione in condizioni meno “vacanziere” e più impegnative. Quella di oggi sarà effettivamente una giornata impegnativa e, per molti aspetti, più difficile del solito. In equipaggio Katia, Mariagrazia, Annamaria Uno e Due, Nunzia, Enrichetta e Nanda.

Abbiamo tutte le facce stanche e l’idea di non voler fare molto: effetto della pizza di ieri sera. Bellissima serata, che avrebbe meritato una mattinata di riposo, ma quando Faust chiama, Energia Donna risponde sempre!

E quindi tutte pronte, ma cominciamo subito con un errore, un grosso errore. In attesa di Michelangelo, guardiamo la barca un po’ troppo distante dal pontile e abbiamo la brillante idea di avvicinarla un po’ per poter salire e iniziare a prepararla. Con tutte le migliori intenzioni, ma con una buona dose di incoscienza e di inesperienza, ecco cosa siamo capaci di combinare

Per fortuna, prima di fare danni, se non ai muscoli delle nostre braccia, un gentile signore ci consiglia di fermarci e ci spiega come fare. Faust è salva, per oggi, e anche noi abbiamo evitato di poco di essere strangolate da Michelangelo. Quando arriva, confessiamo il peccato e ci mettiamo al lavoro, poco convinte. Il Capitano capisce subito che oggi va così, sente “aria di c***ggio”, ma in realtà le condizioni del mare e del vento ci costringeranno a faticare più del solito.

Piccola digressione prima di continuare col diario di bordo. Mentre ci prepariamo e prepariamo la barca per l’uscita, non possiamo fare a meno di commentare la trasmissione che è andata in onda giovedì sera su Antenna Sud, “Casa di Alina”. ra dedicata a noi: Mariagrazia, insieme ad Angela Burgio e al dott. Minervini, hanno fatto conoscere al pubblico le attività della Breast Unit del San Paolo e di Energia Donna, raccontando le nostre esperienze. Poi è arrivato anche Michelangelo, che ha parlato dei nostri corsi di vela. Noi da casa ci siamo emozionate tantissimo, ascoltando le parole di Michelangelo e guardando le nostre foto passare sullo schermo.

Uno dei momenti più belli è stato quando Michelangelo ha detto di essere diventato uno di noi. Ed è così. Anche parlandone in barca, lui sostiene che la forza di questo gruppo siamo noi, con il nostro entusiasmo, mentre noi siamo convinte che quello che siamo è soprattutto merito suo. Probabilmente con un altro istruttore non tutte avrebbero avuto voglia di continuare, e di sicuro non sarebbe stata la stessa cosa. Di certo non esisterebbe questo diario.

Fine della digressione, torniamo al diario. Si esce dal porto, il maestrale è sui 13-14 nodi, Nunzia al timone si rende subito conto che la frase più ricorrente della giornata sarà “è difficile”. La barca tira, si inclina, viaggia sui 6.5 nodi

Secondo errore della giornata. Michelangelo si accorge che la scotta di dritta del genoa non è stata montata correttamente, non è passata attraverso il carrello. Quindi ci troviamo ad affrontare una situazione nuova: modificare la posizione della scotta genoa in corsa. Michelangelo impartisce comandi a tutte per poter svolgere la manovra.

Operazione riuscita! Non ci sono foto perchè eravamo tutte troppo impegnate, ma la scotta è tornata al suo posto e noi non possiamo credere di averlo fatto. E’ stato difficile, ci serve una pausa. Michelangelo prende il timone e ci fa ragionare sull’interazione tra la nostra rotta e la regolazione delle vele, e poi ci insegna a fermare la barca (mentre Due riprende in video). In base alla posizione della barca rispetto al vento, e in relazione alla regolazione delle vele, più lascate o più cazzate, la barca accelera o rallenta, e possiamo farla rallentare fino agli zero nodi. E’ un esercizio fondamentale, perchè se abbiamo bisogno di fermare la barca per motivi di sicurezza, possiamo riprendere il controllo della situazione in sicurezza.

L’importante è conoscere a monte quali sono gli effetti che avrà ogni nostra operazione, rendendoci conto di quello che stiamo facendo e di quello che si verifica. Solo così potremo navigare in sicurezza e sentirci in situazione di confort.

Decisamente impegnativa la lezione di oggi, e non è finita. Nanda passa al timone, mentre Michelangelo ci chiede se ce la sentiamo di provare il cambio di vela. Certo che sì! Sapevamo già che stiamo man mano alzando l’asticella ed in effetti è quello che stiamo facendo oggi. Il cambio vela, dal genoa pesante a quello leggero, per noi è davvero una manovra complicata. Le istruzioni del Capitano prima di iniziare sono chiarissime, ora vedremo se saremo in grado di metterle in atto. Ci sono due video che raccontano questo momento, e sinceramente anche riprendere in video è stato abbastanza acrobatico, pregando che il vento e i movimenti della barca non facessero volare in mare il cellulare.

Anche in questa operazione impariamo che è importante essere rapidi e coordinati, ma ancora più importante è lavorare in sicurezza, sapendo cosa si sta facendo. Di errori ne abbiamo fatti tanti anche questa volta, per dirne uno abbiamo rischiato di far scivolare in mare il Capitano che si era appoggiato alla vela (colpa nostra, non l’avevamo regolata correttamente).

Vela cambiata, si va veloci, la barca è ingavonata e arriva il momento della doccia: un’ondata più alta delle altre bagna completamente Enrichetta e Nunzia poco dietro di lei. Ci stiamo divertendo come matte, ma ci accorgiamo che qualcuna inizia a sentire il mal di mare. Nanda, pallida come un cencio, deve lasciare il timone a Michelangelo e Annamaria Due è più o meno nelle stesse condizioni. Un leggero malessere, ma assolutamente sopportabile, anche per Nunzia, Katia e Mariagrazia. Insomma, è il momento di tornare. Per ingannare i nostri stomaci, ma soprattutto le nostre menti, arrivano gli spuntini salati gentilmente offerti dalle due Annamaria.

Siamo in porto, la situazione è più tranquilla, Due può prendere il timone per le manovre di ormeggio. Non si può negare, è stato difficile oggi! Una lezione davvero intensa e ricca di novità. Siamo stanche ma felici, come si dice. Michelangelo è distrutto e provato dai nostri errori, ma come sempre non lo dà a vedere, ci trasmette sicurezza sempre e comunque con la sua calma. Abbiamo fatto 11.5 miglia, ma sono sembrate molte di più. Sembra la storia della nostra vita. Ci vediamo sabato prossimo.

Giorno 7
sabato 5 novembre 2022

Questo sarà un diario di terra. Oggi le condizioni meteo non ci consentono di uscire in barca, ma come dice Katia su Facebook “chi si ferma è perduto e a noi nessuno ci ferma”. Quindi alle 9.30 siamo davanti all’ingresso dei Cantieri Ranieri per una lezione teorica. Presenti all’appello, oltre a Michelangelo, ci sono Mariagrazia, Elisabetta, Katia, Enrichetta, Nunzia e per ultima arriva anche Mimma, che aveva detto “se piove preferisco non muovermi”, ma poi non ha resistito e ci ha raggiunti. Appena vede il mare capisce perché.

Il mare è bello sempre, chi ama il mare lo ama sempre, con il sole, con la pioggia, con le nuvole e il cielo basso, calmo, increspato, mosso, arrabbiato. Oggi in realtà ci aspettavamo una giornata molto peggiore, ma la pioggia prevista ancora non arriva, e quindi decidiamo di iniziare la nostra lezione camminando in direzione del faro.
Il mare è calmo, o almeno così sembra. A riva, però, le onde si infrangono sugli scogli, e Michelangelo ci spiega nel dettaglio le condizioni meteo della giornata. C’è l’onda lunga, ancora una volta, quel tipo di situazione in cui, apparentemente, il mare è statico e, istintivamente, avremmo potuto pensare di uscire in barca, ma al largo, verso l’orizzonte, si vede chiaramente una striscia più scura che indica vento da nord. Lo capiamo anche dalla nave ancorata al largo, che man mano sposta la prua per l’azione del vento. Questo spiega le onde a riva, che diventeranno sempre un po’ più alte nel corso della mattinata. Qui Michelangelo ci spiega la velocità di propagazione del vento e dell’onda.

Anche il cielo ci racconta l’instabilità di oggi, cambia continuamente e porta nuvole completamente diverse a nord e a sud. Ci siamo fermati per osservare cielo e mare, per imparare osservando e ascoltando la spiegazione di Michelangelo, poi riprendiamo a camminare. Più che una classe di vela, sembriamo una scuola filosofica greca! Ci fermiamo di nuovo per andare a sederci in una capannina di legno che qualcuno ha costruito sui frangiflutti

Poi si continua, nonostante qualche goccia di pioggia e, passando davanti al faro, Miki ci racconta un po’ di storia del faro di Bari, di quando la città non andava oltre il Castello Svevo e sotto il faro c’era un forno per il pane. L’idea del faro e del suo guardiano è affascinante, resteremmo a parlarne per ore, ma proseguiamo la nostra camminata facendo domande e ascoltando risposte. Ogni tanto due o tre rimangono indietro per parlare di altro.

Ecco, questi siamo noi, questo è il nostro momento, il nostro spazio, parliamo di mare, di vento, di vele, parliamo di noi e ci sembra tutto così naturale, e stiamo così bene che non ci sembra possibile pensare che meno di un anno fa non ci conoscevamo neanche.

“Ci vorrebbe qualcosa di buono”, aveva detto Enrichetta all’inizio, e in effetti la nostra passeggiata didattica aveva una destinazione ben precisa: il bar delle Terrazze del S. Lucia. Pausa caffè e cornetto offerti dal Capitano, ma che lo diciamo a fare, qui il padrone di casa è lui.

Appena fuori dal bar c’è una piccola terrazza sul mare, dove un anziano pescatore sta arricciando i polpi. Ci fermiamo anche noi per proseguire la nostra chiacchierata sui cambiamenti del cielo e del mare.

Poi facciamo domande sulle vele e su Faust, su cui non sapremo mai abbastanza. E quindi parte la spiegazione su sloop, centro velico e centro di deriva, differenze delle vele di prua (genoa, fiocco o spinnaker), arrivando ad argomenti man mano sempre più tecnici, parlando del range di utilizzo delle varie vele su angoli e intensità del vento diversi. Michelangelo ci mostra schemi, schede e preventivi per le vele nuove sul cellulare, anche se tutte queste informazioni sono già nella sua testa e non avrebbe neanche bisogno di leggerle. Siamo impressionate dalla quantità di conoscenze e di esperienza che possiede e che riesce a trasmetterci nel modo più semplice ed accessibile per noi.

Sul tragitto di ritorno, proseguiamo le nostre conversazioni incrociate tra teoria della navigazione e argomenti personali. Uno degli ultimi argomenti della lezione itinerante di oggi è il concetto di planata, che ci permette di capire anche le motivazioni del nome di Plana Sailing.

Siamo ritornati al punto di partenza, davanti al cantiere. Miglia fatte oggi: zero. Eppure il percorso fatto insieme non si è fermato, e continua anche dopo esserci salutati, dopo essere tornati a casa. Come ogni sabato, ci serve ancora un po’ di tempo per restare in contatto, con i messaggi, lo scambio di foto, video, testi, poesie, canzoni e tanto altro. Poi, piano piano, ognuno ritorna alla propria vita, al week end, alle famiglie, alla settimana di lavoro, aspettando il prossimo sabato, il nostro momento e il nostro spazio, sapendo che ci siamo sempre.

Vorrei imparare dal vento a respirare
Dalla pioggia a cadere
Dalla corrente a portare le cose
Dove non vogliono andare
E avere La pazienza delle onde
Di andare e venire
Ricominciare a fluire
(Imparare dal vento, Tiromancino)

Giorno 8
sabato 12 novembre 2022

Ancora una volta il meteo non ci è amico: non piove, ma il vento da Nord è sui 14 nodi, non sarebbe prudente uscire in mare per un equipaggio del nostro livello. Quindi lezione teorica, questa volta però sul pontile.

Ci siamo tutte ad eccezione di Annamaria Uno, Nanda ci raggiunge dopo un po’, Katia solo verso la fine della lezione. Oggi è il giorno dei nodi, occorre una adeguata preparazione psico-fisica ed è per questo che, prima di cominciare, ci concentriamo sui cornetti.

Tra un cornetto e un succo, c’è tempo per le nostre chiacchiere e per parlare di progetti futuri.
Ad esempio la “stanza della rabbia”, che prima o poi serve a tutte.
Questo fa venire in mente a Michelangelo un paio di video musicali e li guardiamo insieme dal cellulare poggiato per terra. Siamo bellissimi





Adesso siamo veramente pronti per la lezione. Michelangelo arriva con il materiale didattico: una vecchia scotta, coltelli da vela, scotch isolante, accendino e candela. Dobbiamo tagliare un pezzo di scotta per ognuna di noi per poterci esercitare sui nodi.
Sarebbe stato troppo facile avere i pezzi già tagliati, invece Michelangelo ci insegna come fare e così adesso sappiamo anche come tagliare una scotta, bruciando le estremità per evitare che possa sfilacciarsi.
Ci porta anche delle scotte nuove, per il genoa e per lo spi, spiegandoci ciò che uno sguardo superficiale non noterebbe: i punti di giunzione tra l’anima e la calza.

Fatto questo, poiché il velista deve essere necessariamente una persona ordinata, dobbiamo riavvolgere le scotte utilizzate che non servono più. Ed è qui che Michelangelo ha rischiato la crisi cardiaca, quando Eli ha cominciato a riavvolgere la scotta intorno al braccio in modalità elettricista (a sua discolpa dobbiamo ricordare che era stata assente alle prime lezioni del corso base). Con la santa pazienza, il santo martire istruttore aiuta Eli ad addugliare la scotta in modo corretto.

Bravissima Elisabetta!!!

Intanto le altre cominciano a ripassare un po’ di nodi già noti, provando anche a farli senza guardare. La gassa d’amante e la gassa doppia sono, ovviamente, le più difficili (ad occhi chiusi neanche a parlarne), ma con l’aiuto di Miki e aiutandoci tra di noi riusciamo a farle sempre più velocemente.

Aggiungiamo il nodo scorsoio (per pura conoscenza teorica ed esercizio di manualità), il nodo scorrevole triplo, i nodi parlati, come quello per i parabordi e quello per la bitta di ormeggio, che Nunzia definisce il “nodo magico”, perché non sembra neanche un nodo, eppure riesce a tenere una barca ormeggiata.

Nel frattempo il vento ha cambiato direzione, ha girato verso Levante ed è aumentato ancora.
Il cielo è bellissimo.
Non importa se siamo rimasti a terra anche oggi.
Il nostro contatto settimanale con il mare, il vento e con l’equipaggio ci serve sempre e comunque.
E da oggi siamo un po’ più brave a fare nodi. Andiamo via, ognuna col suo pezzo di scotta, un pezzo di Faust da portare sempre in giro.

Giorno 12
sabato 10 dicembre 2022

Dopo due lezioni annullate e tre lezioni teoriche a terra, oggi si esce in barca anche a costo di prendere un po’ di pioggia. Temperatura tra i 16° e i 18°, vento da Sud variabile tra i 10 e i 20 nodi, cielo completamente coperto. La pioggia arriverà, ma si spera il più tardi possibile.

Ore 9, appuntamento ai Cantieri Ranieri. Con Michelangelo ci sono: Annamaria Due, Mariagrazia, Katia, Nunzia, Margherita, Mimma e Annamaria Uno. L’atmosfera del Natale si fa sentire anche in equipaggio: Annamaria Due porta cappellini di Babbo Natale per tutti, Nunzia ha i biscottini danesi. Non manca niente, foto di gruppo e si può andare

Nunzia, Mimma, Mariagrazia,
Due, Margherita, Katia,
Michelangelo, Uno

Torniamo a bordo di Faust dopo cinque settimane e nessuno si sforza di nascondere l’emozione e l’entusiasmo. Bisogna, però, calcolare anche i danni. Durante un periodo così lungo senza navigare, non abbiamo soltanto sentito la mancanza della barca, del mare, del vento, dell’equipaggio. Abbiamo anche perso l’allenamento e ci muoviamo un po’ impacciate sulla barca, come se dovessimo prepararla a mollare gli ormeggi per la prima volta. Ma siamo così felici e Michelangelo è così paziente che i nostri errori passano in secondo piano.

Si esce dal porto con Nunzia al timone particolarmente in difficoltà, sia per la mancanza di esercizio che per gli scherzi del vento. Infatti Michelangelo consiglia di utilizzare solo il genoa, senza issare la randa, perché rischieremmo di non riuscire a governare la barca.

Ci alterniamo tutte al timone (Mimma alla fine del suo turno merita l’applauso) e facciamo parecchie virate, proprio perché le condizioni del mare e del vento suggeriscono di non allontanarci troppo.

C’è un’atmosfera particolare a bordo, difficile da descrivere. Ritrovarci di nuovo su Faust, respirare di nuovo il mare, navigare insieme è semplicemente gioia pura. Quel famoso “effetto vela” che abbiamo scoperto tempo fa è sempre lì, ogni volta che facciamo lezione in mare. Accanto a questo c’è anche qualcosa che si potrebbe definire “fame di chiacchiere”. Il termine chiacchiere potrebbe far pensare a qualcosa di superficiale, ma si tratta di una vera e propria esigenza di parlare. Ci è mancato molto poter parlare tra di noi, e ci facciamo talmente prendere dalla conversazione che, a tratti, Michelangelo deve bacchettarci un po’ per avere la nostra attenzione al momento della virata.

Nel frattempo il vento continua a giocare con la barca. Avevamo già sperimentato in passato i cambiamenti di intensità del vento di terra in relazione alla presenza o meno di edifici sulla costa, che fanno da barriera e formano una sorta di cono d’ombra.

Cominciamo a sentire un po’ freddo, siamo molto buffe con i nostri cappucci e i cappellini di Babbo Natale!

La seconda sorpresa viene da Katia. All’uscita ci porta tutti al bar per un aperitivo: bisogna festeggiare la fine di un incubo, e quando questo accade ad una di noi è festa per tutte le altre. Si condivide tutto, i momenti belli e quelli decisamente meno. In tutto questo Michelangelo è sempre al nostro fianco, d’altra parte il fatto che ci sia un angelo nel suo nome non sarà un caso.

Ci salutiamo con un elenco di appuntamenti
per rivederci prima del Natale.
Miglia fatte: 11.32
Energia ricaricata: infinita.
Grazie Faust!!

Giorno 13, sabato 17 dicembre 2022. ULTIMA LEZIONE.

L’appuntamento viene eccezionalmente posticipato alle 9.45 dopo la serata di ieri alla Festa del Mare nel Natale organizzata dall’Associazione Amici della Vela Puglia.

Nel corso della serata, in cui l’equipaggio si è tuffato nel vortice delle danze, anche alcuni momenti emozionanti : sia Michelangelo che Energia Donna hanno ricevuto un premio, un riconoscimento inaspettato e graditissimo, una targa per il progetto di riabilitazione e supporto delle donne colpite da tumore al seno.

E comunque, anche se con ritardo e anche con poche partecipanti, la lezione prende il via. Sono presenti a bordo con Michelangelo: Annamaria Uno, Mariagrazia, Katia e Margherita. La giornata è magnifica, cielo azzurro con nuvole sparse, temperatura sui 19°, vento da Ovest variabile, tra i 6 e gli 8 nodi inizialmente, per arrivare fino a 18 e poi calare nuovamente.

Condizioni ideali per affrontare una situazione insolita: solo in quattro in equipaggio, oltre Michelangelo, quattro persone faranno ciò che normalmente si fa in sette. Bella sfida, ma l’equipaggio di Energia Donna non si lascia intimorire e naviga alla grande. Le foto mostrano, come sempre, volti sereni e sorridenti.

Si naviga con calma, c’è tempo per tutte per un turno al timone, e c’è tempo per scattare un sacco di bellissime foto.

Questo giorno va ricordato, anche per chi oggi è assente, per un motivo o per l’altro, ma attraverso le immagini può condividere le stesse emozioni. Tra le foto più belle dei nostri corsi, sicuramente quelle di Margherita, una vera artista della fotocamera. Per non parlare di Nanda, official web master del gruppo, con i suoi video e collage.

Ultima lezione. Ora ci aspettano i mesi invernali in cui saremo costretti a fermarci. Magari continueremo ad incontrarci per tenerci in allenamento con qualche lezione teorica e, sicuramente, per un aperitivo o una pizza. Separarci per tanto tempo non è un’opzione, anche per rendere meno difficile il distacco dalla barca.

L’ultima lezione ha anche un piacevolissimo seguito. Alle 12 in punto l’equipaggio ha già ormeggiato e sistemato rapidamente la barca. Al gazebo del cantiere c’è l’incontro dei tre gruppi di Michelangelo (corso base, Energia Donna e corso regata) per i saluti di fine corso e gli auguri di Natale. Si aggiungono anche Annamaria Due, Nanda e Nunzia. Mimma ci saluta in videochiamata accanto al suo cucciolo influenzato. Enrichetta è presente con i suoi regali, Elisabetta col cuore.

Bel momento quello dello scambio di pensierini nel gruppo, e Michelangelo ha un regalo bellissimo per ognuno dei suoi allievi. Per noi il suo regalo, un pugno di scimmia come portachiavi, ha i colori di Energia Donna.

Potevamo non pensare ad un piccolo pensiero per il nostro Capitano nel nostro primo Natale da equipaggio? Certo che no! Va detto che, parallelamente alle manovre prettamente velistiche della mattinata, si è svolta tutta un’altra serie di manovre sotterranee per organizzare la nostra sorpresa.

Chat parallela, messaggi segreti e sotterfugi degni di una spy story, ma alla fine la sorpresa è decisamente ben riuscita.

La commozione di Michelangelo la teniamo per noi, ci sono foto troppo belle per essere pubblicate. Resteranno a bordo con noi, nella nostra memoria e nel nostro cuore, insieme a tutto ciò che abbiamo imparato, a tutte le parole che ci siamo detti, ai nostri progetti, alle foto scattate, agli sguardi, alle storie, ai dolori piccoli e grandissimi di ognuno di noi, alle lacrime, alle risate, alla gioia immensa di ogni singolo momento trascorso insieme sulla “NOSTRA” Faust.

A presto Faust. A presto Capitano.

Ringraziamementi

Un’esperienza così intensa ed emozionante deve necessariamente dei ringraziamenti a tutte quelle persone senza le quali non sarebbe stato possibile realizzarla.
Grazie ai Cantieri Ranieri per averci ospitati

Grazie a Plana Sailing, la scuola di vela migliore dell’universo

Grazie all’Associazione Energia Donna, i nostri angeli sulla terra

Grazie in particolare a Mariagrazia, la nostra Presidente, la persona più speciale che abbiamo avuto la fortuna di incontrare

Un ringraziamento gigantesco a Michelangelo, il nostro Capitano, istruttore, amico, fratello,
semplicemente uno di noi, e basta così perché le parole non servono più

E grazie alla sua Margherita per la pazienza, e se un giorno qualcuno ha detto che accanto ad un grande uomo c’è sempre una grande donna, adesso sappiamo che è vero.

Un ringraziamento enorme a Nunzia che ha stilato un documento appassionante e dettagliatissimo che porteremo per sempre con noi.

Grazie ad ognuna di noi, ognuna con la sua storia, ognuna con un mattoncino per costruire qualcosa di unico